Il Fattaccio by Antonio Rezza

Il Fattaccio by Antonio Rezza

autore:Antonio Rezza [Rezza, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2023-01-14T23:00:00+00:00


mentre voi rileggete ombrelone con la elle mancante, io ve la rifaccio, vi ritorno in culacchiotto, vado avanti come fulmine a cielo dipanato profittando del chiappazzo profanato. Altro che sereno, lo voglio aperto il cielo, squarciato, sventrato fino alla via lattea, la voglio trafitta quella via, lacerata, sfilacciata, che cola siero dalle sue budella.

Mi trovo in una situazione paradossale, sono in competizione con chi legge, e non so se lasciarlo dietro o riportarlo alla mia velocità. E va bene analizzare i pro e i contro: se lo lascio indietro resta attardato per tutto il volume e quando arriva la fine lui tuttora scorre, e il libro non si chiude perché ancora sfoglia. Senza contare che se resta indietro, quando succede qualcosa di improvviso, nel momento in cui c’è la sorpresa, lui viene a saperlo tardi rispetto a me che l’ho trascritta anteriormente.

Se in alternativa lo mando alla mia velocità, lui legge mentre scrivo e accumula le mie incertezze interpretandole per titubanze. E legge con la lentezza con cui scrivo, lui la parola scrivo la legge s c r i v o, con l’indolenza che la scrittura secerne. Chi legge è veloce perché chi ha scritto è stato lento, un bel paradosso per la cultura occidentale. Dovrebbe essere il contrario, diciamo viceversa, ma non sporchiamoci le mani senza averle in tasca. Ci sarebbe un’ultima possibilità, mando avanti chi legge e resto dietro io, scarabocchio qualcosa e ne approfitto per inserire il nuovo elaborato in mezzo a quello preesistente. Ma questo porterebbe a un malinteso perché il lettore per leggere quello che io ho scritto tra le righe quando ero rimasto indietro, dovrebbe tornare a leggere quello che non ha potuto quando stava avanti. Senza contare che io mi troverei a dover spostare intere parti del discorso per infilare quel che scriverei restando addietro. Ma chi me lo fa fare? La cosa più semplice è che lo porti alla mia velocità, che non è la velocità del suono ma è la velocità della parola, che è più rabbiosa di quella della luce. Che poi, per mandarlo avanti mentre io tornavo tergo, avrei dovuto scrivere qualcosa che lui leggeva quando io scappavo prima, e con quale scusa io tornavo dietro? Cosa scrivevo per convincerlo? Che era necessario che rinculassi mentre lui doveva proseguire dando un calcio al passato e leggendo anche quello che sto scrivendo ora? Compreso passato di prima e passato di adesso? Troppi sotterfugi, conviene tenerlo alla mia andatura, magari si affeziona; io credo che il lettore sia il miglior amico dell’uomo, raggiunge il massimo risultato col minimo sforzo.



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